Se ci percepiamo come piccoli, quasi insignificanti, un puntino nel mondo, una goccia in mezzo al mare, i sentimenti che proviamo possono essere diversi. Possiamo sentirci sollevati, perché di conseguenza anche le nostre preoccupazioni e i nostri pensieri ci sembrano piccoli. Allo stesso tempo però può farci sentire di contare poco nel “bilancio globale”. Come se ciò che facciamo, scegliamo e siamo, in fondo poco influisse sulla realtà che ci circonda.
Una delle esperienze che mi ricorda il mio piccolo stare nel mondo è trovarmi nella natura, possibilmente in alto. Il ricordo più chiaro e limpido mi riporta sul Mirador del Rio, a Lanzarote. Guardare dall’alto lo spettacolo dello stretto di mare che divideva l’isola da quella di fronte mi ha fatto sentire piccola, ma non insignificante. Mi ha portato alla mente i miei problemi, i pensieri che mi preoccupavano. Questi non sono improvvisamente spariti ma mi sono sembrati tutto d’un tratto anche loro più piccoli. Non è stato un minimizzarli o svalutarli ma, considerarli in quella grandezza e in quella bellezza, mi ha permesso di ridimensionarli.
Perché possiamo pensare le preoccupazioni in modo diverso
Può essere utile, quando ci sentiamo oppressi dalle nostre preoccupazioni, autorizzarci a pensarle in modo diverso. Non è il classico “pensa a chi sta peggio” ma cercare di considerare con un occhio diverso ciò che nella vita di tutti i giorni ci sembra una catastrofe senza vie d’uscita.
Ognuno può trovare un modo diverso per connettersi con questa visione:
- osservare (fisicamente o metaforicamente) le cose dall’alto
- stare in mezzo alla natura
- fare qualcosa che dia piacevolezza
- riportare alla mente esperienze che credevamo di non poter affrontare e che invece abbiamo avuto le risorse per superare.
Ogni strategia è valida se sentiamo che per noi è utile.
Questi sono gli “effetti benefici” del sentirci gocce nel mare. Ma quando questa sensazione ci porta sensazioni negative? Quando il sentire di non poter fare la differenza ci fa sentire insignificanti e inutili?
Sarà capitato a tutti di motivare una propria azione o comportamento pensando “cosa cambia? È una cosa così piccola…”, oppure decidere di non fare qualcosa proprio perché “tanto anche se la faccio io, nel bilancio globale cosa cambia?”. Questo atteggiamento di rinuncia spesso non è lucido e consapevole ma frutto di un senso di impotenza, di sentire che i nostri pensieri e le nostre azioni possano riguardare solo noi stessi o al massimo il proprio piccolo microcosmo e nient’altro. In realtà non possiamo sapere che impatto avrà su ciò che ci circonda ogni cosa che facciamo. Se pensiamo ad una parola che abbiamo detto con leggerezza, un gesto compiuto senza pensarci troppo, per poi scoprire che invece per qualcun altro sono stati macigni possiamo renderci meglio conto di quanto potere in realtà abbiamo.
Come anche tu puoi fare la differenza
Ognuno, per quanto piccolo si percepisca, può fare la differenza. Qualcuno dice che “la rivoluzione parte dal basso”: ogni piccola azione che decidiamo di compiere può essere il nostro piccolo contributo.
Questo vale per tutta la fitta rete di relazioni in cui siamo costantemente immersi. In una relazione di coppia, ad esempio, spesso sono proprio i piccoli gesti a le piccole cose che possono dare nutrimento al rapporto e, al contrario, la loro mancanza può determinarne un momento di crisi.
Inoltre nella situazione che stiamo vivendo in questi mesi quanto è fondamentale il piccolo contributo di ciascuno di noi? Anche il decidere di stare a casa, atto che può sembrare banale ma che banale non è, per quanto apparentemente di poco peso rispetto all’aiuto che possono dare medici e sanitari ha contribuito e contribuisce a fare la differenza. Questo ci insegna che anche quando pensiamo di contare poco, qualcosa di valore lo possiamo sempre fare, un nostro “piccolo atto rivoluzionario”.
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