Parlare in pubblico è per molti fonte di ansia e di stress. Al solo pensiero si affollano nella mente immagini catastrofiche in cui tutto ciò che può andare storto va storto: un vuoto di memoria, un attacco di tosse, qualcuno che fa una domanda a cui non sappiamo rispondere. Gli scenari che si aprono nella nostra immaginazione possono essere i più disparati, accompagnati tutti dalla paura del giudizio altrui e di fare una figuraccia. Nella vita ci capiteranno diverse occasioni in cui saremo chiamati a farlo, da quelle più formali a quelle più informali, e avremo quindi bisogno di qualche strategia per poterle fronteggiare al meglio. Potremmo poi essere noi stessi a ricercarle perché nonostante ci spaventi avremo il desiderio di metterci alla prova e di uscire dalla nostra comfort zone. Da dove cominciare?
Iniziamo col dire che ognuno di noi ha le proprie paure, le proprie attitudini e ciò in cui invece non si sente a proprio agio. Esporci ci mette in una condizione di vulnerabilità in cui, anche se dall’altra parte ci sono persone che non conosciamo e con cui non abbiamo alcun tipo di rapporto, sentiamo di mostrarci in quelle che sono le nostre fragilità. Possiamo riuscire a mascherarle più o meno bene, ma il vissuto sarà quello di agitazione, preoccupazione e ansia. Tutto ciò che va fuori dalla nostra cosiddetta “comfort zone”, ovvero quella condizione in cui proviamo un senso di familiarità e ci sentiamo a nostro agio perché conosciamo la situazione e ne abbiamo il controllo, produce stress ma è uno stress che alle molto spesso vale la pena di affrontare.
Perché uscire dalla propria comfort zone?
Rimanere in ciò che consociamo è altamente rassicurante perché sappiamo cosa ci aspetta e l’ignoto è qualcosa che spaventa tutti. Perché quindi dovremmo andarci a cercare proprio ciò che non conosciamo e che ci fa sentire a disagio? Uscire dalla nostra comfort zone ci mette in una condizione non solo di stress ma anche di attivazione. Quando ci abituiamo a ricevere sempre gli stessi stimoli, a vivere sempre le stesse situazioni e circostanze pian piano ci adagiamo e in un certo senso ci “appiattiamo”. Non c’è più nulla di nuovo che ci porti a metterci in discussione, a farci domande, ad entrare in contatto con qualcosa che non conosciamo. Ecco allora che non saremo persone in evoluzione, che stanno maturando lungo un proprio percorso ma individui che ripetono all’infinito le stesse cose e che non sono più portati a porsi nessuna domanda. Partire da una piccola o grande sfida ci rimette in moto e ci fa sentire viti. Ci incuriosisce e ci fa sentire in movimento.
Piccole e grandi sfide
Parlare in pubblico per molte persone può rappresentare proprio questo. Io stessa mi trovo in difficoltà quando mi trovo a farlo, ma allo stesso tempo ho deciso in un certo senso di “forzarmi” organizzando serate di informazione a tema psicologico. Proprio per questo motivo ho deciso di provare a formarmi in quest’ambito, incappando in alcuni corsi online che sapevo non avrebbero risolto tutti i miei problemi, ma che potevano darmi qualche strumento in più e soprattutto farmi sentire parte attiva rispetto alla difficoltà. Ho trovato ben fatti i corsi online di Google Digital Training che mi sento di consigliare e dal cui corso di Public Speaking ho estrapolato ciò che mi è sembrato più utile.
Fare il primo passo
Il primo passo per iniziare ad avere una maggior fiducia in se stessi è la preparazione. Se sentiamo infatti di padroneggiare l’argomento di cui andremo a parlare ci sentiremo inevitabilmente più sicuri sia nel parlarne che nell’affrontare le possibili domande. A tal proposito è importante porci noi stessi delle domande:
- Chi? A chi vado a parlare e qual è il suo grado di familiarità con l’argomento?
- Come? Quali sono le modalità e gli strumenti che penso possano essere più efficaci per parlare di quell’argomento?
- Quando? Mi fisso delle scadenze e delle tempistiche su quanto debba durare il mio discorso
- Cosa? Di cosa voglio parlare? Per individuare ancora meglio i contenuti della presentazione posso fare due colonne: in quella del “prima” scrivendo ciò che penso il mio pubblico sappia e in quella del “dopo” scrivendo ciò che vorrei che le persone sapessero grazie alla mia presentazione.
- Perché? Perché voglio fare questa presentazione? Qual è il mio obiettivo?
Usare lo stress a proprio vantaggio
Un altro passo importante è quello di provare il più possibile ad usare lo stress come forza motrice e non come elemento paralizzante. Provare ansia è un segnale di quanto teniamo al discorso che dobbiamo fare e proprio per questo vale la pena usarla a proprio vantaggio, come energia da investire nella preparazione. Accettiamo quindi questo vissuto e trasformiamolo in energia positiva ed eccitazione per ciò che andremo a fare.
Qualche consiglio pratico:
- Per ricordare al meglio ciò che dobbiamo dire sono molto utili le mappe mentali
- Evitiamo il più possibile i tic verbali (quei suoni o quelle parole che tendiamo a ripetere spesso) e cerchiamo di sostituirli con sinonimi o fermandoci per prendere delle pause e respirare
- Parliamo in modo chiaro e variando il nostro tono (non parlando né troppo in fretta né troppo lentamente ed usando il tono della voce per sottolineare quelle parole o quei concetti che riteniamo più importanti)
- Utilizziamo nel modo giusto il linguaggio del corpo mostrando apertura a chi ci ascolta
- Poco prima di iniziare la presentazione ritagliamoci un momento per noi (può essere utile ripeterci la prima frase del discorso, bere un bicchiere d’acqua o muoverci per scaricare un po’ di energie)
- Ricordiamoci che chi ci ascolta è lì perché ha voglia di ascoltarci e non di giudicarci, è dalla nostra parte
Parlare in pubblico è solo uno dei modi in cui possiamo uscire dalla nostra zona di comfort. Ognuno può pensare a qualcosa che va oltre ciò che conosce e gli è familiare e sfidarsi a spingersi un po’ più in là. Non occorrono per forza grandi cose ma esperienze che ci spingano ad evolverci a farci sentire persone in movimento nella nostra crescita personale.
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